MONDO - 19-4-2025 -- Pasqua, nel calendario cristiano, è la festa che celebra la resurrezione, ma la sua dimensione simbolica e culturale affonda le radici in tempi ben più antichi, intrecciandosi con il ciclo naturale della primavera e con l’idea universale della rinascita. E in questo spirito, anche la tavola diventa espressione della stagione: carica di significati, profumi e ingredienti che raccontano il ritorno alla vita.
Uova e rinascita: un legame universale
Elemento centrale della Pasqua, l’uovo è uno dei più antichi simboli di fertilità e rigenerazione. Molto prima di essere associato alla tradizione cristiana, compariva in rituali pagani per celebrare l’equinozio di primavera. Egizi e Persiani, ad esempio, scambiavano uova decorate come augurio di buon raccolto. Nell’alimentazione pasquale, l’uovo – sodo, in pasta o dipinto – è oggi protagonista di molte preparazioni: dalle torte salate alle insalate primaverili, fino ai classici dolci a base di uova, come la colomba.
Erbe spontanee e verdure novelle: la primavera in cucina
In primavera la terra si risveglia, e con lei anche la cucina si rinnova. Accanto ai piatti della tradizione, come l’agnello o la torta pasqualina ligure (che racchiude bietole, ricotta, uova intere e pasta sfoglia), trovano spazio ingredienti freschi e leggeri: asparagi, fave, carciofi, ortiche, cicoria, tarassaco e altre erbe selvatiche, protagoniste di frittate, minestre o semplici contorni.
Queste erbe, un tempo raccolte nei campi e oggi sempre più riscoprite anche in cucina, non sono solo simbolo della stagione, ma raccontano anche l’approccio umile e sapiente di una cucina contadina che conosceva il valore della natura e dei suoi ritmi.
Una cucina rituale e sacra, oltre il religioso
La Pasqua è una festa religiosa, certo, ma i suoi riti gastronomici, condivisi anche in molte culture non cristiane, richiamano il bisogno umano – universale e antico – di celebrare il passaggio dall’inverno alla luce. In molte civiltà del passato, da quelle mediterranee a quelle celtiche, il banchetto primaverile aveva un ruolo sacrale: segnava il ritorno della fertilità, il risveglio della terra, l’inizio di un nuovo ciclo vitale.
Anche oggi, la tavola pasquale mantiene questa dimensione: è il luogo dove si riuniscono le famiglie, si condividono ricette tramandate da generazioni, si intrecciano il passato e il presente.
Tradizione e stagionalità: una lezione attuale
In un’epoca in cui si riscopre il valore del cibo sostenibile e del rispetto dei cicli naturali, la cucina di Pasqua può offrirci una lezione importante: celebrare la stagionalità, ritrovare i gesti semplici, dare valore a ciò che la natura offre in quel preciso momento dell’anno.
Così la Pasqua diventa anche un modo per ricordarci che ogni nuovo inizio parte da qualcosa di piccolo, magari da un seme, da un uovo, da un’erba raccolta nei campi. Perché la primavera – in cucina come nella vita – è una promessa di bellezza che ritorna, ogni anno, con rinnovata forza.